lunedì 28 novembre 2011

Turchia: La Tigre d'Europa - Turkey: The Tiger of Europe

 News - Benvenuti in questa nuova sezione di Türkitalialand, dedicata appunto alle informazioni e all'attualità.
La notizia del giorno riguarda la lodevole crescita economica che sta vivendo la Turchia nel corso di questo decennio e le prospettive per il futuro sono sempre più rosee. Buon per loro verrebbe sicuramente da dire...
Vi sottopongo a vostro giudizio alcuni articoli tratti rispettivamente e volutamente da quotidiani totalmente diversi ma che sostanzialmente hanno un'unica visione:   La crescita economica della Turchia.  

                                   Foto tratta da: Nuova Lira Turca

 
Il primo articolo è tratto da "Lettera 43", quotidiano online indipendente:  
Ecco il pezzo:
" Turchia: Pil del primo trimestre 2011 a 11%
 Registrando la più forte progressione al mondo, il Pil della Turchia nel periodo gennaio-marzo è aumentato dell'11% rispetto all'anno precedente, più di Cina e Argentina. SU base mensile la variazione è del 1,4%. Lo ha annunciato il 30 giugno la Turkstat, l'Ufficio di statistica di Ankara. Nel segnalarlo, il sito del quotidiano turco Hurriyet ha sottolineato che la Turchia è diventata «l'economia con la crescita economica più veloce e il solo paese al mondo con un tasso di incremento a due cifre». Un altro giornale turco, Zaman, ha precisato che nel primo trimestre la Turchia, per tasso di crescita, è seguita dall'Argentina con 9,9 e Cina con 9,7%.
LA TIGRE D'EUROPA. In termini di Parità del potere di acquisto (Ppp), la Turchia è la 16esima economia mondiale e aspira a entrare fra le prime dieci nel 2023. Un mese fa la Commissione europea aveva rivisto le previsioni di crescita di Ankara dal 4,5 al 6,1% , contro una media di 1,8% nell'intera Ue. Negli ultimi otto anni, il reddito pro capite turco è triplicato.
Giovedì, 30 Giugno 2011 "

Il secondo articolo è tratto dalla rassegna stampa de "Il Foglio", 23 novembre 2011, pagina 9, autore: redazione del Foglio.
Ecco il pezzo
" «Ci fidiamo di Erdogan? Gli esperti (e la Farnesina) rispondono»
Roma. La Turchia del premier Recep Tayyip Erdogan è diventata un punto di riferimento per molti popoli in rivolta del vicino oriente. Dalla Tunisia alla Libia, dall’Egitto alla Siria, le opposizioni al tiranno di turno si appellano al modello turco come fonte di ispirazione per un futuro più democratico. E l’occidente ha ripreso a domandarsi se sia possibile fidarsi di Erdogan, dopo la sua mano tesa all’Iran in cerca dell’atomica e la quasi rottura diplomatica con Israele. [...] Di certo Ankara non risparmia nulla ad Assad. Il presidente, Abdullah Gül, in visita nel Regno Unito è stato intervistato dai grandi media britannici ai quali ha detto: “Non c’è più spazio per regimi dittatoriali, è indispensabile accelerare sulle riforme”. Ankara tenta così anche di “capitalizzare la rendita di posizione acquisita negli ultimi dieci anni”, spiega al Foglio Carlo Frappi, dell’Istituto per gli studi di politica internazionale di Milano. Come ha ricordato lo stesso Gül, la Turchia “è paragonabile a un ponte tra Europa ed Asia”, non può fare a meno di guardare all’occidente, “visto l’antico rapporto che la lega alla Nato”. Molti tra i leader occidentali, però, non sono affatto convinti che i giri di valzer di Erdogan in politica estera siano terminati. Troppe le ambiguità manifestate nel passato, troppe le alleanze sospettose intrecciate nell’ultimo decennio alla guida di quella che è stata ribatezzata “la Cina del Mediterraneo”. Gül invoca un credito di fiducia, chiede che “l’Europa consideri il potenziale della Turchia”, quanto potrebbe dare (anche in termini economici) al vecchio continente in crisi perenne. E’ un refrain che ha a lungo scandito i rapporti tra Bruxelles e Ankara, prima che la Turchia voltasse le spalle a un’Europa ostile e s’occupasse dei vicini a est. E allora: ci si può fidare? L’Italia è convinta di sì, spiegano al Foglio fonti della Farnesina, che confermano “pieno sostegno agli sforzi di Ankara nella crisi siriana”. Un appoggio pressoché incondizionato che prevede anche il “via libera all’adozione di sanzioni economiche in grado di isolare Assad”. Questi temi saranno oggetto dell’incontro tra il neoministro degli Esteri, Giulio Terzi, e il suo omologo Ahmet Davutoglu per l’VIII Foro italoturco, che si apre domani a Istanbul. “L’Italia appoggia il Consiglio nazionale siriano, e sostiene l’associazione della Turchia ai processi di consultazione sulle principali questioni mediorientali”, aggiungono dalla Farnesina. Secondo Frappi la fiducia è ben riposta: “Erdogan è un interlocutore credibile, il suo obiettivo primario è la stabilizzazione dell’area mediorientale e mediterranea” e l’Ue dovrebbe cogliere al volo l’occasione. Ma non lo fa, perché la Turchia non si è rivelata così affidabile, non sempre almeno. Eppure anche Hugh Pope, membro dell’International Crisis Group e grande conoscitore della Turchia, sostiene che, “nonostante la volontà del premier turco di mantenere una linea indipendente sulle grandi questioni di politica estera, alla fine rimane pur sempre un leader pragmatico e politicamente vicino agli Stati Uniti”. Bisogna fidarsi di Erdogan anche perché “di fatto la Turchia indica ai popoli mediorientali molti valori propri dell’Unione europea”. Dunque, una stretta alleanza con Ankara potrebbe essere utile a un’Europa alla continua ricerca di legittimazione internazionale.[...]. "
Grazie a tutti coloro che vorranno esprimersi a riguardo! 

A presto!  
Ps. Ricordo a tutti che potete lasciare un commento in basso ad ogni Post e per suggerimenti, idee o correzioni, inviatemi un email al seguente indirizzo: turkitalialand@gmail.com

1 commento:

  1. Sono stata da poco ad Istanbul e ho domandato più volte ai turchi cosa pensano di un'eventuale entrata della Turchia in Europa....sono rimasta sorpresa dalle risposte. Tutti e dico tutti mi han risposto che nessun paese musulmano entrerà mai in una federazione di stati non musulmani. Con questa risposta mi hanno lasciato di sasso però mi han fatto anche riflettere, sarebbe un impatto troppo forte sulla popolazione e sul resto del mondo islamico.

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